Soundtrack: Swans - Children of God

Passeggiava, se così si può dire di uno che, un po' a tastoni un po' a memoria un po' sfruttando quegli sputi di luce che scivolavano di rado dalle volte sgocciolanti, si lasciava andare per quegli stretti corridoi.

Nonostante tutto non gli riusciva di stare nella solita stanza improvvisata ad aspettare chissà cosa, a spiaccicare qualche parola e fingersi sereno e tranquillo per un po'.

Non aveva voglia di fingere ancora una volta l'ennesima amicizia con un ennesimo perfetto sconosciuto, non ancora una volta.


Si usava passarlo così quel malato miscuglio di tempo e notte:
ci si fermava strattonandosi un po', cercando di essere abbastanza invasivi,
poi,
una volta raggruppatisi in due o tre:

si faceva finta di ricordare di quando c'era ancora la luce, ci si improvvisava cantastorie oculari di fantastici racconti di un passato così carico di nostalgia da sembrar ieri.

Oppure, nei momenti degli apici di gioia, si riprendevano per un po' sembianze umane: si sperava e ci si immaginava ad un passo dall'uscita,
quasi si riusciva a vedere la propria mano aprire la porta verso il sole:

- Guarda...ora si che inizia la vita!



E quegli istanti erano gli unici che riuscivano a scuotere via da dosso un po' il tempo.


Ormai non riusciva a ricordare più di quando ci si poteva riconoscere con lo sguardo, di quando non c'era bisogno di perdere la voglia di chiamarsi in continuo per non perdersi nel buio.

Ormai faticava a ricordare l'ultima volta che le aveva chiesto di parlargli per cercare di identificare la sua posizione, l'ultima volta che aveva preferito fermarsi ad aspettare per cercare di avvicinarla un po', per non perderla.

Ormai era stanco di trovarsi con quel solito pugno di mosche a meravigliarsi di come sembri reale l'immaginazione quando la si lascia libera anche solo per po'.

E non aveva più voglia di ascoltare la propria voce e di accorgersi di star inventando cose che non poteva più ricordare.



Allora preferiva fare una passeggiata, così, tanto per ricordarsi di com'era il vento quando gli correva incontro.


Così poteva occupare la mente con gli sforzi intesi a cercare di accelerare l'andatura.



Ma non si può correre al buio il vento è fermo,
eppure adesso poteva sentirlo il tempo che gli ronzava via tra i capelli,
ed era così bello accorgersi che infondo uno straccio di movimento c'è.

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