Ai miei tempi, i cd, non c'erano!

...quella sottocategoria di serate in cui
allora

decidi di farti una doccia che
magari
ti lava via dal muso quella smorfia da
vinile incantato,
da vinile incantato.












Il piano riesce a metà:
ti trovi in piedi in quel metro quadro di pioggia sintetica (senza ombrello) ma l'acqua calda non fa
che
rallentare
ancora
quel
tono
da
moviola
che
hai affisso al muso.









rallentare ancora quel tono da moviola

che hai affisso al muso.




Un disegno aiuterebbe, si...ma non sarebbe abbastanza. Ci vorrebbe una foto, tanto per avere la speranza che qualcosa di bello, anche solo da guardare, ci sia...che si possa toccare, anche, volendo, avendone la possibilità.


Invece, ti trovi negli occhi, una di quelle vecchie foto ingiallite, tutte inseppiolite
un po' dal tempo,
un po', secondo me, sono inseppiolite già in partenza.

Non c'è neanche bisogno di aver qualcuno accanto che ti dica:
"E' la cugina del marito di tuo zio Peppe buonanima"
Per accenderti la curiosità di saperne di più.
Anzi, quello la spegnerebbe la curiosità.
La curiosità di sapere di che colore erano le sedie...e tutto il resto
q u e l g i o r n o.



A volte bastano un pugno di sfumature seppia a tenerti fissi i pensieri per un po'. A volte.


Stai rallentando nella speranza di riuscire ad indietreggiare.


Stile Moonwalk.



Lemme, lemme, poi, ti trovi, a descrivere, quella, sottocategoria, di serate, in cui...


Si direbbe uno di quei vecchi vinili incantati.
Vecchi vinili incantati.




Uno di quei dischi che neanche c'è bisogno di farli girare che, tanto, son belli lo stesso,


già così.

Chi viene a cena dai nonni?

Potrei spendere tre parole, almeno, sul perchè di tanto silenzio, ma il bello del condizionale è che non è un soltanto una forma verbale.

Ci sono una bimba e una vecchietta. Ora, la cosa difficile è distinguerli. Però tutto il romanticismo e le metafore sui cerchi che disegna la vita sulla lavagna bianca del tempo smettono al nascere dell'emicrania: i bambini e i vecchi sanno urlare allo stesso modo.
Vorrei vederci voi chiusi in una stanza con:

. Il contorno ad una dentiera che ti rincorre brandendo una fetta di torta che con un morso potrebbe raddoppiare il peso corporeo di un esemplare d'umano maschio adulto.
. Una nanerottola riccioluta che dall'alto del suo mezzo metro o poco più riesce ad emettere degli acuti che i vetri non si sfondano solo perchè c'è
. Un testa-bianca che si occupa di abbassare i toni con delle meravigliose imprecazioni (leggi bestemmie) degne della migliore martellata sul pollice.
. L'equivalente di quello che può sembrare una partita di ping-pong tra i due finalisti del campionato cinese agli occhi di un bradipo al posto di quello che dovrebbe essere la mensa.
. Quaranta chili di leggerezza che saltano dalla mensola della libreria al divano, tre stanze più in la.
. Un testone tra il biondo e il castano, con la riga da una parte, che spunta di poco dal tavolo ripete la stessa richiesta, le stesse tre parole da tempo immemore nella speranza folle e maniacale di attirare l'attenzione. Ricorda un vecchio vinile incantato.
. Varie ed eventuali.
. I vicini che scappano via impauriti. Tra la folla c'è già chi urla qualcosa a proposito dell'imminenza del giorno del giudizio.
. Un orco che interpreta il tutto come un perfetto e normale esempio di riunione familiare. Sorride.
. Un alieno qualsiasi che, dopo esser passato inosservato per troppo tempo, sfoga tutta la delusione accumulata in un

tresette a perdere
a cinque raggi,
un accuso,
tre mani,
senza buongioco
con l'otto e quindici alla venusiana

contro la fatina dei dentini:



- Se vinci ti spiego il segreto dei viaggi interstellari.

# Naaa. Lasciami uno di quegli spazzolini da denti ultrasonici piuttosto, che se riesco a metterli in
commercio può darsi che smetto di dormire tra le carie e di trovarmi la placca nelle tasche dei jeans.

- Non pensavo che le fatine portassero i jeans.

# Non pensavo che su Venere giocassero a tresette a perdere.

- Non si smette mai d'imparare. Comunque ci sto. Te che offri?

# Hmmm...non saprei è che in genere lascio sempre dieci euro al massimo. Fammi pensare un po'...

- Con comodo, intanto smazza.

# Che ne dici del canino destro di John Lennon? Non passano mai di moda quei ragazzotti di Liverpool.

- Se mi aggiungi anche un premolare di Kafka te la do buona.

# Già dati, mi dispiace. Me li chiese un grande insetto, confabulava qualcosa a proposito di violazione della privacy, copyright e riti voodoo. Sai, non è divertente ascoltar parlare uno scarafaggio. Già non è uno spettacolo meraviglioso a vedersi lui lì. Quando sputacchia poi, è insopportabile. Gli diedi tutto senza discutere.

- Hmmm...e di Kubrick, ti resta qualcosa?

# Fammici pensare...diedi un canino ad un bimbo che perse il suo cadendo dal triciclo, due incisivi
ad un tipo vestito di bianco con un cilindro che era rimasto senza denti, gli altri due li mangiò uno scimpanzé, donai un canino ad una donna bellissima con una strana maschera e un altro ad una ragazza altrettanto bella ma con la faccia da bambina. Qualcosa mi resta però...che ne dici di un premolare?

- Cercherò d'accontentarmi.

# D'accordo, allora possiamo iniziare. Non vi ci facevo così acculturati su Venere, sai?

- E' che sono un'appassionato di terrestrità. Hem...quante carte si danno?

# -_-'