dio è nella pioggia.

arriva,
e sempre,
uno di quei bui in cui uno si mette lì a fare finta di capirci qualcosa, a darsi un tono da Ecco, adesso tiro le somme, Guardatemi, concentratevi, che Ora tiro fuori la media.

arriva quella notte e mi guardo da solo in faccia mentre mi faccio il mio riassunto da solo:


ci sono così tanti momenti in cui sto e basta, senza saperne nulla.
ce ne sono tantissimi di quelli che Non c’è male, grazie. No, no, davvero, bene, bene.
ancora tantissimi in cui, invece, non so bene quanto per gioco, eppure,
tutto sommato, un tuffetto a bomba nel traffico sarebbe ristoratore...hem...
e ci sono quelli, un po’ meno, certo,
ma ce ne sono eccome, in cui neanche avrei la forza di arrivarci al traffico per quanto arrivo a sperare che la noia sarebbe meglio.
potrei contarli senza troppi zeri,
invece, i minuti passati con gli occhi e la bocca così pieni
da non riuscire neanche a sorridere perchè non basterebbe.
la voglia di piangere di gioia lo so com’è,
anche se di zeri non ne ha mai avuti.
e le notti che non ho dormito per tirarne fuori una media, sono
tra le tante e le molte.
e quasi mai piacevolissime.


il pensiero che viene spontaneo dopo poco una media così è, o più o meno dovrebbe essere
o per lo meno per me è stato:
Hai presente quando batti il nervetto del gomito sullo spigolo e da la scossa?
ecco, stavo pensando, e se potesse essere Tutto Solo così?


allora

propongo uno scambio:
lascio tutti gli sbattimenti:
gioie e dolori, donne e motori
&company e
mi tengo solo quell’attimo. così,
una scossa e punto e fine.
pochi secondi e senza consapevolezze in cambio del resto.

allora ok?

poi, mi va sempre a finire che non so proprio a chi potermi rivolgere per uno scambio così.

quasi quasi sarebbe da ricominciare con le religioni, se non altro, avrei mezza speranza.
Di un bel giorno, di incontrare un tipo, più o meno figo, più o meno liquido, che mi darà retta.
magari per forza, va bene. però dovrà rispondere.

è che in periodi come questo, non lo faccio apposta, ma ho bisogno di mandarli a qualcuno i pensieri. l’importante è che nessuno, poi, sia davvero il destinatario. o che me ne voglia per l’intrusione.

sisi, vabbè, ho finito,

lascio solo quattro righe piacevoli per ringraziare di aver letto fin quaggiù,



Più bello il fiore cui la pioggia estiva
lascia una stilla dove il sol si frange;
più bello il bacio che d’un raggio avviva
occhio che piange.




...e non dico neanche di chi è.

cfr. anche: the human use of human beings.

 # oggi guardo cartoni animati.
- scemo io che stavo per chiederti cosa fai.


# mi fanno pensare alla cibernetica.
- lo so, il tempo, l'alienazione degli occhiali a specchio, la paura e la voglia, l'accidia dei telecinetici...
# più o meno.


- VIA: hop-hop gadget desiderio!
# ...
- se fossi un cyborg ora vorrei?


# ...
- ...
# la so.
- sono tutto un meccanorecettore uditivo.


# ...vorrei innescarmi dei capelli waterproof e un cervello cordless.
- ...
# per lasciare sempre, sempre la testa tra le nuvole.


- ^__^

# ^__^





 Il mondo del futuro sarà
una battaglia sempre più impegnativa contro
le limitazioni della nostra intelligenza,
non
un'amaca confortevole su cui distenderci, serviti
dai nostri schiavi meccanici. 
- N. Wiener, Dio & golem s.p.a., bollati bornghieri, torino, 1991, pag. 70.