nightswimming

e se fosse tutto nero, per una volta?

sarebbe da raccontare tutto quello che non si vede.
quando ad aprirli gli occhi non succede nulla per quanto è notte (di quando non è successo nulla per quanto era notte).

ognuno di quei rumori qualsiasi diventa grande come uno qualsiasi tra i colori accesi. di quelli che durano solo quanto basta a capire che un colore senza forma ferma non esiste.
quasi mai.
somigliano ai lampi i rumori, ma non cadono. e non si fa in tempo a toccarli.

i ricordi, invece, quelli neanche cadono. i ricordi anche: non ne hanno di forma ferma.
non sembra vero, ma la testa diventa più grande dei cuscini e gli occhi si distanziano tanto che non potrei guardare dritto davanti al mio naso neanche se potessi. neanche se non fosse buio. neanche se fosse dritto, il mio naso.

e di prendere e rimettere in ordine i capelli, e tutto il resto, con le mani non se ne parla neanche.
perché non sembra vero ma le mani se ne stanno così in lontananza che non potrei vederle neanche se potessi, laggiù. e le braccia non pare ci arrivino fin là alle mani.
e di prendere e rimettere in ordine i capelli, e tutto il resto, con uno specchietto non mi vedrei per come sono. neanche se potessi. come al solito. non che ne abbia voglia.

poi un clacson mi disegna il buio e lo vedo, anche se con gli occhi a passeggio.
il freddo serve da filtro nero, ancora più nero, e per fermare i movimenti ancora di più.
a muovermi rovinerei tutto. accenderei la luce se ne avessi il coraggio, se non sapessi di avere le braccia molli, lunghe fino a terra proverei. poi non rimarrebbe nulla.

e di prendere e rimettere in ordine i capelli, e tutto il resto, non si può neanche con i ricordi. perché a volte, a volte, i ricordi è meglio fare in modo che non servano. davvero.

tant'è.

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